L’Acido Arachidonico (AA) è spesso considerato una sostanza favorente l’infiammazione e, poiché esso è contenuto in quantità rilevanti soprattutto nelle uova e nella carne, ciò potrebbe far pensare che questi alimenti favoriscano l’infiammazione stessa.

L’AA è un acido grasso essenziale della famiglia omega 6, ed è una componente vitale delle membrane cellulari, oltre a rivestire un ruolo importante nella risposta infiammatoria (1).

È particolarmente rilevante il suo apporto durante le fasi di crescita corporea, o di riparazione cellulare, ed è infatti una componente naturale e importante del latte materno.

Questa sostanza viene talvolta considerata alla stregua di qualcosa da evitare completamente per il semplice fatto che è “ infiammatoria” ma, come sempre, questo punto di vista semplifica eccessivamente, e in modo drastico, ciò che si verifica effettivamente nel nostro corpo. È infatti vero che l’AA gioca un ruolo nell’ambito della infiammazione, ma ciò va considerato un fatto positivo.

L’AA garantisce infatti che l’organismo risponda in modo appropriato ad un insulto fisico, o ad un agente patogeno, e assicura anche che la risposta infiammatoria cessi quando non è più necessaria.

L’AA interagisce con altri acidi grassi omega 3 e omega 6 secondo modalità complesse, e un disequilibrio nelle quantità di ciascuno di questi grassi provoca effetti non desiderabili. Per esempio basse dosi di EPA tendono ad aumentare i livelli tissutali di AA, mentre dosi elevate li riducono. Il che probabilmente spiega il fatto che i benefici dell’integrazione con olio di pesce si riducono a dosi troppo elevate (2).

In alcuni studi epidemiologici i livelli più elevati nel plasma sia dell’AA che degli omega 3 sono stati associati con i più bassi livelli dei markers infiammatori (3,4).

Inoltre studi clinici hanno rilevato che aggiungendo fino a 1.200 mg di AA al giornoalla dieta (il che corrisponde a un dosaggio 12 volte più elevato rispetto all’apporto medio giornaliero negli Stati Uniti) non provoca alcun effetto evidenziabile sulla produzione delle citochine infiammatorie (5,6).

Inoltre i nostri antenati paleolitici, i quali erano privi di patologie croniche e infiammatorie, consumavano almeno il doppio del quantitativo di AA che l’americano medio utilizza al giorno d’oggi (7).

Infine è importante rilevare che la carne rossa contiene una concentrazione inferiore in AA rispetto a quella di altre carni, a causa del suo contenuto generalmente più basso in acidi grassi polinsaturi (8,9).

Inoltre la carne rossa ha dimostrato di aumentare le concentrazioni tissutali sia dell’AA che degli omega 3 EPA e DHA, preservando il tanto importante equilibrio tra gli omega 3 e gli omega 6 (10).

  1. http://www.westonaprice.org/know-your-fats/precious-yet-perilous
  2. http://http://jcem.endojournals.org/content/91/2/439.full.pdf
  3. http://jcem.endojournals.org/content/91/2/439.full.pdf
  4. http://http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20860883
  5. http://http://link.springer.com/article/10.1007/s11745-998-0225-7
  6. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10617969
  7. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20860883
  8. http://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2Fs11745-998-0317-4
  9. http://link.springer.com/article/10.1007/s11745-998-0225-7
  10. http://link.springer.com/article/10.1007%2FBF02537187

Dr. Paolo Perucci  (tradotto e adattato da una pubblicazione di K. Kresser)