Riporto qui di seguito gli esiti di tre studi individuali che, sebbene in quanto tali non siano generalizzabili, hanno ottenuto risultati assai interessanti.
Nel primo un soggetto maschio di diciannove anni, cui era stato diagnosticato il diabete di tipo I (valori di glicemia intorno a 384 mg/dl!), è stato alimentato con una dieta Paleo chetogenica, dopo aver trascorso inutilmente 20 giorni seguendo una normale dieta per diabetici (ad alto contenuto di carboidrati e basso tenore di grassi). La nuova dieta era composta di carne (soprattutto rossa e ricca di grasso), uova, organi interni e grassi, con una quota molto ridotta di vegetali non amidacei. Gli oli vegetali e i dolcificanti erano contenuti al massimo. Unica integrazione: 5.000 U.I. di Vitamina D3.
Seguendo questa dieta la glicemia si normalizzò, anche quella postprandiale.
Già dopo il primo pasto, il soggetto fu in grado di sospendere la somministrazione di insulina. Seguendo la prima dieta, pur con l’insulina, la media della glicemia era di 119 mg/dl. Seguendo la Paleo, invece, il valore era sceso a 85 mg/dl SENZA insulina. Le fluttuazioni della glicemia durante il giorno si ridussero da 47 mg/dl a 9 mg/dl.
Dopo 6,5 mesi di dieta Paleo ha mantenuto i suoi progressi, in assenza di effetti collaterali. Le LDL e il colesterolo totale aumentarono, ma questo è frequente (e privo di rischi N.d.T.) nelle diete chetogeniche.
Nel secondo studio, una donna obesa di 65 anni che soffriva di ipertensione, iperglicemia, angiopatia a aveva precedenti chirurgici alla cistifellea e al colon (poliposi), è stata sottoposta a una dieta Paleo chetogenica. Assumeva farmaci antipertensivi e per il diabete. Nella nuova dieta i cibi principali erano costituiti da brodo, stufati, midollo osseo di maiale, pancetta, bistecche, fegato di vitello e ciccioli di maiale. I vegetali, come il cavolo e le cipolle, erano presenti come guarnizioni (cioè in quantità irrisorie. N.d.T.).
Nell’arco di 22 mesi fu in grado di sospendere otto farmaci, il suo indice di massa corporea scese da 37.1 a 31.6 (con una perdita complessiva di oltre 14 chili) e sia la pressione arteriosa che la glicemia si erano normalizzati. E solo grazie alla dieta, poiché non erano previste né integrazioni né l’esercizio fisico.
Nel terzo studio, una bambina epilettica di 7 anni venne alimentata con una dieta Paleo chetogenica costituita da carne, organi, pesce, uova e grassi animali, addizionata di Vitamina D3 e olio di pesce. Il rapporto grassi: proteine era di 4:1 e i carboidrati pochissimi o assenti. Prima della dieta aveva problemi a socializzare e non era cresciuta né di peso né di altezza negli ultimi due anni. A seguito della Paleo chetogenica le crisi epilettiche scomparvero nell’arco di sei settimane, e fu in grado di aumentare di tre chili e di 6 centimetri in quattro mesi. Il suo umore e la funzionalità sociale migliorarono al punto di consentirle di proseguire gli studi fino al termine.
Conclusioni:
Una dieta Paleo chetogenica composta di cibo vero è almeno altrettanto efficace (se non di più) rispetto a una dieta chetogenica composta da cibi raffinati e trattati industrialmente, come avviene spesso negli studi clinici, sia che si tratti di una bambina con l’epilessia, di un giovane uomo col diabete di tipo I o di una donna di mezza età con la sindrome metabolica.
Tradotto e adattato da un articolo comparso su www.marksdailyapple.com