Cari amici,

vorrei elencare alcuni concetti che – più studio e mi aggiorno nel contesto dell’alimentazione e dello stile di vita ottimale per la salute e la longevità –  più diventano chiari, almeno a me.

La dieta ideale per tutti non esiste, non per adesso almeno, ma escludo che potrà esserne disponibile una nel prossimo futuro, e dubito assai che possa mai esserne messa a punto una universale.

Inoltre, come ha scritto qualcuno: “se non siete almeno un po’ confusi studiando questi argomenti significa che non avete studiato abbastanza, o non abbastanza a fondo”.

Cosa voglio dire?

Che per quanto la materia sia oggetto di studio da millenni e, con modalità scientifiche, da almeno due secoli, le informazioni certe di cui disponiamo sono ancora davvero poche, a meno che non ci si voglia innamorare di questa o quella “dieta” senza una quota sufficiente disenso critico.

Atteggiamento purtroppo assai diffuso.

Sono tornato da poco da un Simposio della Ancestral Health Society (il cosiddetto movimento Paleo, o buona parte di esso ).

Pur in un contesto selezionato (chi non condivide una certa impostazione di base non va a parlare in quel consesso, ovviamente) non ho trovato nuove certezze (sarà forse perché sono allergico alle medesime) né uniformità di vedute.

Da cosa dipende? E’ un argomento impossibile da studiare adeguatamente?

No, non lo è, ma fino ad ora ben pochi ricercatori lo hanno affrontato in modo scientificamente corretto e quindi le informazioni di cui disponiamo non sono sufficienti a farsi un quadro davvero completo.

Non è una materia facile da affrontare seriamente in ambito di ricerca: è vastissima e servono studi lunghi e costosi che solo in casi relativamente rari sono stati eseguiti.

Molti di quelli disponibili, che vengono usati a riprova delle loro convinzioni da coloro che ci forniscono le attuali “indicazioni alimentari”, sono molto scarsamente attendibili (volendo usare un eufemismo) perché traggono conclusioni partendo da dati che non consentirebbero di farlo.

Molte ricerche sono state pilotate al fine di dimostrare una teoria precostituita e/o manipolate alla fine pur di convalidarla.

Molto pesanti sono gli interessi in gioco.

Il quarto libro che ho scelto di portare in Italia (Why We Get Fat di Gary Taubes, in uscita il prossimo anno) chiarisce molto bene qual ‘è il quadro attuale (piuttosto limitato) delle informazioni  attendibili di cui disponiamo e mette in luce quanti e quali errori, volontariamente o meno, siano stati commessi a livello scientifico (o presunto tale).

Ma l’eccezionalmente accurata e completa analisi di tutti gli studi esistenti che questo giornalista scientifico (laureato in Fisica ad Harvard) effettua per estrapolare almeno alcuni punti chiave relativamente a cosa ci faccia ingrassare (e a cosa c’è di profondamente sbagliato nelle consuete “indicazioni alimentari” fornite dagli organismi preposti anche relativamente al diabete e ad altre patologie) almeno qualche probabile certezza ce la fornisce.

Ho scritto probabile certezza (che può giustamente apparire un ossimoro, cioè una contraddizione in quanto una certezza non può essere solo probabile) perché lo stesso Taubes (e sono totalmente d’accordo con lui per quanto sia piuttosto scomodo) mantiene in ogni caso uno spiraglio aperto anche ad improbabili dimostrazioni contrarie.

Questo è il corretto atteggiamento scientifico.

Diffidate sempre di chi non lascia almeno una porta aperta al dubbio e al nuovo ed è troppo dipendente (carriera, profitto) dalla sua attuale o passata presa di posizione.

Su quali “probabili certezze” possiamo quindi contare?

  1. Il problema dell’epidemia di soprappeso ed obesità (con tutte le patologie correlate) non è causato da un eccesso di cibo e/o un deficit di esercizio!  Dire alla gente di mangiare di meno e muoversi di più NON è la soluzione, e colpevolizzare i soggetti che (malgrado tutti gli sforzi effettuati in questo senso) non ottengono risultati è inqualificabile.
  2. chi ingrassa ha un problema di malfunzionamento a livello della gestione energetica. Il suo tessuto adiposo ha la tendenza ad accumulare sotto forma di grasso buona parte delle calorie introdotte indipendentemente dalla quantità totale di queste ultime;
  3. molti sono i fattori implicati in questa gestione anomala delle risorse energetiche derivanti dal cibo (dalla genetica allo stile di vita, all’alimentazione) per cui non è agevole venire a capo del problema senza una preparazione adeguata (e anche con quella, talvolta);
  4. sotto il profilo alimentare, però, è certo che l’ormone d’accumulo sia l’insulina e che quindi un eccesso cronico di carboidrati (come quello consigliato dalla linee guida che dominano da decenni) sia un fattore determinante;
  5. la tolleranza ai carboidrati varia grandemente da soggetto a soggetto (e nello stesso soggetto nel corso degli anni, a seguito di diete scriteriate o per altre cause specifiche) per cui si rende necessaria una personalizzazione accurata;
  6. un eccesso di proteine è quasi altrettanto controproducente;
  7. i grassi sono stati ingiustamente demonizzati (soprattutto i saturi) mentre dovrebbero fornire la maggior parte dell’energia giornaliera;
  8. per ridurre i grassi saturi di origine animale sono stati proposti come alternativa salutare quelli vegetali polinsaturi (oli di semi e margarina) sottraendo all’organismo una risorsa fondamentale (i saturi) e sostituendola con unacertamente dannosa. E’ ora di rivalutare in tutta la loro importanza (e quantità) i grassi “buoni” (saturi, monoinsaturi e omega 3);
  9. l’esercizio fisico serve solo in modo molto limitato, e indiretto, ai fini del dimagrimento ma, se selezionato con competenza ed eseguito correttamente e con regolarità, ha notevole rilevanza sulla salute e l’efficienza in generale;
  10.  la quantità e la qualità del riposo, sia notturno che non, e la gestione dello stress con modalità da selezionare in base alle individuali preferenze e necessità, hanno un notevolissimo impatto sul disequilibrio ormonale che può determinare una tendenza anomala all’accumulo di grasso corporeo in eccesso;
  11.  i cereali e i legumi è molto probabile che creino problemi seri alla maggioranza delle persone così come, in misura verosimilmente inferiore, anche i latticini;
  12.  i “cibi” messi a disposizione dall’industria alimentare vanno utilizzati come ripiego in mancanza di meglio e con cautela, prediligendo alimenti naturali, il meno manipolati possibile.

Malgrado la premessa iniziale ci sono molti altri strumenti che possono risultare utili con ragionevole probabilità di successo, a condizione che vengano selezionati in base alle peculiari esigenze del soggetto.

Per chi segue il mio sito da qualche tempo dovrebbe essere inutile ribadire che la riduzione della massa grassa (ricordo per inciso che magro non significa sano) è solo una parte del processo di ripristino di una piena funzionalità enzimatica e ormonale finalizzata principalmente alla Salute.

Per concludere, ci tengo a puntualizzare è che sia sul sito che sui Forum che tramite le newsletter (cui vorrei dare una periodicità regolare) cercherò di presentare argomenti, tra quelli di cui ci si possa ragionevolmente fidare, utili a tutti indipendentemente da quale tipo di alimentazione abbiano deciso (per il momento) di seguire.

Mantenersi aggiornati con abbondanti dosi di senso critico (e sempre pronti a correggere il tiro se l’evidenza scientifica seria lo suggerisce come è successo a me con la Zona) credo possa essere utile a tutti.

Chi poi volesse davvero fare sul serio sappia che la consulenza (in studio oppure on line) resta la strada maestra.

Dr. Paolo Perucci